Le lingue sudarabiche moderne
Le lingue sudarabiche moderne (MSAL) sono un gruppo di lingue appartenenti al ramo occidentale delle lingue semitiche. Sono attualmente parlate nello Yemen orientale e Soqotra, nel Dhofar (Oman) e nella fascia più meridionale dell'Arabia Saudita, al confine con le due nazioni appena citate. Le MSAL sono sei: Mehri, Hobyot, Ḥarsusi, Baṭḥari, Jibbali (noto anche con il nome di Śḥɛrɛ̄t) e Soḳoṭri.
Figura 1. Albero genealogico delle lingue semitiche (da Rubin e Huehnergard 2011: 263)
Figura 2. Area di diffusione delle MSAL
Figura 3. L'area abitata dai Baṭāḥira (Sharbithat è indicata da un cerchio rosso)
I Baṭāḥira
Oggi i Baṭāḥira vivono lungo la costa dell'estremità orientale del Dhofar, vicino al confino con il governatorato di al-Wusṭā. Membri della piccola tribù sono sparsi dal villaggio di Liqbi fino a Sawqara, ma la maggior parte di loro si trova a Shwaymiya e Sharbithat.
Nel passato una piccola parte della tribù si è spostata a Salalah, dove ancora oggi vivono. Questa parte della tribù ha completamente rimpiazzato la lingua con il Jibbali e l'arabo.
Alcuni membri della tribù (e in particolare quelli che vivono a Salalah, particolarmente sensibili alle tematiche dell'identità e del prestigio tribale) sostengono che in un imprecisato passato dominassero il territorio desertico compreso tra le due omonime wādī ġadān, situate rispettivamente circa 30 km ad ovest di Ṯamrīt e 10 km a est di Sawqara, e l'area a nord della catena montuosa che circonda Salalah. L'etimologia popolare collegata al nome della tribù è connessa al termine Baṭḥaʔ, "terra desolata" ma anche "granello di sabbia" che indicherebbe metaforicamente la grande quantità di appartenenti alla tribù nel passato. Ripetute migrazioni ed invasioni da parte della tribù dei Janayba da Nord Est e dei Mahra provenienti dallo Yemen relegarono gli sconfitti Baṭāḥira nell'area che oggi abitano. I Baṭāḥira, così assoggettati, si trovavano al livello più basso delle gerarchie di potere che regolavano i rapporti intertribali. Non potevano portare armi (erano difatti categorizzati come ḍaʕīf, “deboli”) e gli era vietato sposare donne esterne alla tribù.
L'area tradizionalmente abitata dai Baṭāḥira è caratterizzata da un clima desertico in quanto non è raggiunta dai monsoni periodici che invece rendono l'area di Salalah fertile durante la stagione del xarīf, tra giugno e agosto.
I paesaggi desertici e desolati dell'area non offrivano molto di cui sopravvivere: la scarsità di fonti d'acqua potabile, vegetazione e selvaggina rendevano la vita tradizionale molto dura, come ricordano i membri più anziani della tribù.
Le principali fonti di cibo erano costituite quasi esclusivamente da pesce e tartaruga, grazie all'oceano particolarmente pescoso, carne e latte di cammello e pecora e, quando disponibili, riso e datteri.
L'acqua era raccolta dalle poche sorgenti d'acqua presenti lungo la costa, spesso lontane miglia dai luoghi abitati dalla tribù, che seguiva uno stile di vita seminomadico vivendo in grotte oppure in piccole case di pietra, le cui rovine possono ancora oggi essere facilmente viste attorno a Sawqara e Sharbithat.
Le dure condizioni di vita della tribù finirono con l'avvento del Sultano Qaboos bin Said al Said, che salì al potere dopo aver rovesciato il padre Said bin Taimur durante un colpo di stato nel 1970. Qaboos, oggi ancora in carica, cambiò radicalmente la società tradizionale tribale trasformando il neonato Stato in una nazione moderna, diffondendo infrastrutture, educazione, sanità e mass-media. I Baṭāḥira sono oggi sedentari e conducono una vita perfettamente inserita nella contemporaneità. Tutta la tribù ha abbandonato l'uso del Baṭḥari a favore dell'arabo e di altre MSAL, che ne hanno completamente rimpiazzato i domini linguistici, ed al momento corrente sopravvivono soltanto 15 parlanti nativi.