Gli studi in questo settore si sono a lungo concentrati sulla dicotomia di lingue isoaccentuali e isosillabiche, introdotta da Pike (1945) e ribadita da Abercrombie (1967). Secondo questo autore, le lingue isosillabiche come il francese e lo spagnolo presenterebbero isocronia a livello delle sillabe (cioè in queste lingue le sillabe tenderebbero ad avere durata costante), mentre le lingue isoaccentuali come l'inglese e il tedesco presenterebbero isocronia a livello del piede (cioè la distanza tra un accento e l'altro tenderebbe a essere costante); questa teoria è però stata smentita da vari autori che hanno condotto misurazioni su vari campioni di diverse lingue (per es. Roach 1982). Bertinetto (1977) e Dauer (1982) hanno allora ipotizzato che l'impressione di isosillabicità o isoaccentualità fosse data dalla presenza/assenza di alcune proprietà fonologiche nelle diverse lingue, in particolare a) la presenza/assenza di riduzione vocalica e b) la presenza/assenza di gruppi consonantici complessi; inoltre, entrambi gli autori affermavano che la distinzione tra gruppi ritmici non fosse assoluta, ma piuttosto che si trattasse di un continuum tra due poli (isosillabicio e isoaccentuale). Sulla base di queste ipotesi, autori come Ramus, Nespor & Mehler (1999) e Grabe & Low (2002) hanno proposto i loro correlati (si vedano i link sotto per informazioni dettagliate su ognuno di essi).
Negli ultimi anni, il personale del laboratorio ha svolto indagini scientifiche nell'ambito ritmo delle lingue naturali, più in particolare sulle metriche ritmiche (o correlati ritmici). Queste pagine hanno lo scopo di illustrare i diversi metodi di valutazione ritmica delle lingue, spiegandone le basi teoriche e il funzionamento, e di divulgare i risultanti da noi ottenuti.
Nella versione inglese di questa pagina è possibile leggere un resoconto storico più dettagliato della ricerca svolta in questo ambito scientifico (per la maggior parte tratto dalla tesi di laurea specialistica di Paolo Mairano). I seguenti link, invece, offrono informazioni dettagliate sulle quattro metriche più usate (i delta, i varco, i PVI e i CCI), vedere le formule, capirne il funzionamento e visualizzare i grafici con i risultati dai noi ottenuti. Qualcuno potrebbe anche essere interessato a Correlatore, un programma sviluppato nel nostro laboratorio che calcola automaticamente le quattro metriche citate sopra a partire dai TextGrids di Praat.
Abercrombie, D. (1967) Elements of General Phonetics, Edinburgh University Press.
Bertinetto, P. M. (1977) “Syllabic Blood”, ovvero l’italiano come lingua ad isocronismo sillabico. Studi di Grammatica Italiana, vol. 6, pp. 69-96.
Bertinetto, P. M. (1989) Reflections on the Dichotomy ‘Stress’ vs. ‘Syllable-timing’. Revue de Phonétique Appliquée, Mons, pp. 99-130.
Bertinetto, P. M. (1990) Coarticolazione e ritmo nelle lingue naturali. Rivista Italiana di Acustica, XVI/2-3, pp. 69-74.
Bertinetto, P. M. & Bertini, C. (2008). On modeling the rhythm of natural languages. Proc. of the 4th International Conference on Speech Prosody, Campinas 2008, 427-430.
Dauer, R. M. (1983) Stress-timing and Syllable-timing Reanalysed. Journal of Phonetics, n° 11, pp. 51-62.
Dellwo, V. (2006). Rhythm and speech rate: A variation coefficient for deltaC. Language and Language Processing: Proceedings of the 38th Linguistic Colloquium, Piliscsaba 2003, ed. by Pawel Karnowski Imre Szigeti, 231–241. Frankfurt: Peter Lang.
Eriksson, A. (1991) Aspects of Swedish Speech Rhythm. Doctoral Dissertation, University of Göteborg.
Grabe, E. & Low, E.L. (2002). Durational variability in speech and the rhythm class hypothesis. In: Gussenhoven, C., Warner, N. (eds), Papers in Laboratory Phonology 7, Berlin: Mouton de Gruyter, 515-546.
Pike, K. L. (1945) The Intonation of American English. Ann Arbor. University of Michigan Press.
Ramus, F., Nespor, M. & Mehler, J. (1999). Correlates of linguistic rhythm in the speech signal. Cognition, 73/3, 265-292.
Vayra, M., Fowler, C. & Avesani, C. (1987) Word-level Coarticulation and Shortening in Italian and English Speech. Status Report on Speech Research, Haskins Laboratories, n° 91, pp. 75-89; also in Studi di Grammatica Italiana, n° 13, pp. 249-69.